Z.E.S. Unica 2024

Dal 1° gennaio 2024, la Zona Economica Speciale (Zes) del Mezzogiorno vedrà un aumento significativo nel credito d’imposta concesso sugli investimenti.

Le aree interessate da questo programma includono le regioni della Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise, nonché l’Abruzzo.

Il nuovo incentivo rappresenta un aumento rispetto al credito d’imposta attualmente in vigore per gli investimenti nel Mezzogiorno. Tuttavia, è importante notare che i progetti di investimento con un valore inferiore a 200mila euro non potranno beneficiare di questa agevolazione.

È da sottolineare che l’agevolazione coprirà anche l’acquisto di terreni e immobili, ma a condizione che non superino il 50% del valore totale dell’investimento agevolato. Queste ultime disposizioni sono state introdotte con il decreto-legge 124 del 19 settembre 2023.

Il cambiamento più significativo rispetto al credito d’imposta attualmente in vigore consiste nelle nuove intensità massime di aiuto. Con l’introduzione della Zona Economica Speciale (Zes) unica, infatti, le grandi imprese avranno accesso alle nuove intensità massime di aiuto, come segue:

  • 40% per le Regioni Campania, Puglia, Calabria e Sicilia;
  • 30% per le Regioni Molise, Basilicata e Sardegna.

Le anzidette intensità di aiuto potranno essere aumentate di 10 punti percentuali per le imprese di medie dimensioni e di 20 punti percentuali per le piccole imprese che effettuano investimenti iniziali con costi ammissibili fino a 50 milioni di euro.

In sintesi, ciò significa che gli aiuti per le piccole imprese nelle regioni Campania, Puglia, Calabria e Sicilia aumenteranno dal 45% attuale al 60% previsto dalla Zes unica.

L’agevolazione si applica a tutte le imprese comprese le imprese coinvolte nella produzione agricola, pesca, acquacoltura e nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura che acquistano beni strumentali. Tuttavia, non è disponibile per settori come l’industria siderurgica, carbonifera, dei trasporti e delle infrastrutture, dell’energia, della banda larga, del credito, del finanziamento e dell’assicurazione.

Gli immobili possono beneficiare di agevolazioni, ma la loro quota non può superare il 50% dell’investimento totale. Il credito d’imposta è calcolato in base alla percentuale del costo dei beni realizzati, fino a un massimo di 100 milioni di euro.

Sono ammissibili agli incentivi gli investimenti che fanno parte di un progetto iniziale e riguardano l’acquisto, anche tramite contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature destinate a strutture produttive esistenti o nuove installate sul territorio. Inoltre, l’agevolazione si estende all’acquisto di terreni ed all’acquisizione, realizzazione o espansione di immobili strumentali agli investimenti.

Il credito d’imposta è calcolato in base al costo totale dei beni acquistati o, nel caso degli investimenti immobiliari, dei beni realizzati entro il 15 novembre 2024, con un limite massimo di 100 milioni di euro per ogni progetto. La revoca del credito avviene se i beni agevolati non entrano in funzione entro il secondo periodo d’imposta successivo all’acquisizione o se vengono dismessi o destinati a scopi diversi dall’esercizio dell’impresa entro il quinto periodo d’imposta successivo.

Il credito d’imposta può essere cumulato con altri aiuti statali, ma nel rispetto dei limiti di stabilità dalle norme europee.

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